sabato 20 aprile 2013

PD in cenere per AUTOCOMBUSTIONE.

GAME-OVER
GAME-OVER.

Ve l'avevo, detto, ve l'avevo detto. Lacrime di coccodrillo alla mia sinistra. Non la conoscessi... sono nata, svezzata, cresciuta in mezzo a questo mare di lacrime. Per fortuna quella parte dell'emiciclo non manca di autoironia, perché farebbe ridere, se non facesse piangere.
Mi sto sempre più convincendo che la perpetua disfatta della sinistra sia da imputarsi proprio a una certa dose di sentimentalismo congenito. Ho avuto in famiglia soggetti ostinatamente legati ad un livello di purezza ideologica assoluta e inattaccabile che si sono auto-estinti. Ho respirato fin da bambina il loro rifiuto a qualsiasi compromesso, ponte o apertura verso il libero mercato e la proprietà privata e, in nome dell'egualitarimo economico, hanno soppresso e bruciato il loro spiccato spirito imprenditoriale, i loro talenti e la loro genialità. Per questo ho sempre sostenuto il pensiero di una sinistra aperta al dialogo, alla trasformazione e all'investimento come mezzo produttivo. Ma l'establishment pone continue barriere e non risponde a questo modello. Continuano a parlare con specifici gruppi politici interni e non alla restante area sociale. Dove sarebbero i chiari segni di rinnovamento?

Sono contraria alle forme di monopolio e di speculazione, ma è cosa buona e giusta aprirsi al dialogo. Una volta tanto, io che mi metto sempre con il carro degli ultimi, dei perdenti e degli oppressi, voglio togliermi ogni struggimento ideologico dalle tasche e voglio un po' più di razionalità.
Non importa se il nuovo ci pone dei dubbi, anzi è bene che i dubbi ci rimangano sempre. Ma voglio una rappresentanza lontana dall'apparato storico, tollerante al dialogo, vigile e specchiata come dovrebbe essere ogni persona onesta. 
Solo così avrà ancora la mia fiducia. 

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